
C’è un angolo dell’Uganda dove la giungla si infittisce, l’aria profuma di terra e umidità, e i rami si muovono simboleggiano il passaggio di un essere grande e potente. Qui nella foresta del Bwindi o sulle pendici vulcaniche del parco Mgahinga, accade qualcosa di magnifico: L’incontro con i gorilla di montagna. Un’esperienza rara che non si dimentica facilmente.
Il gorilla trekking in Uganda è un cammino lento, fisico e emotivo, che chiede rispetto, ascolto e capacità di meravigliarsi. È che mette in connessione la natura più antica e l’anima selvaggia dell’Africa, ma soprattutto collega la parte più profonda di noi stessi.
In questo articolo ti racconteremo tutto ciò che devi sapere: dove avviene il trekking, come avere il permesso, quali sono le regole etiche da rispettare. Ma soprattutto, ti raccontiamo l’emozione di uno sguardo che non ha bisogno di parole.
Dove si fa il gorilla trekking in Uganda?
Il gorilla trekking in Uganda si svolge in due aree protette mozzafiato, entrambe situate a sud-ovest del paese, al confine con il Ruanda e la Repubblica Democratica del Congo: il Bwindi Impenetrable National Park e il Mgahinga Gorilla National Park.
Bwindi è una maestosa foresta antica, patrimonio dell’UNESCO, che ospita circa la metà dei gorilla di montagna rimasti al mondo. Qui il trekking nella nebbia mattutina si trasforma in un’immersione totale nella natura selvaggia. È un ambiente misterioso, dove ogni suono viene amplificato, è l’incontro con i gorilla arriva come un dono arrivato all’improvviso dopo ore di camminata.
Mgahinga invece, è più piccolo ma non meno spettacolare, tra i vulcani spenti della catena dei Virunga, offre un paesaggio meraviglioso tra crateri, foreste di bambù e colate laviche antiche. Qui i gorilla vivono in un ambiente suggestivo silenzioso di vulcani ormai spenti da millenni condividendo lo spazio con le rarissime scimmie dorate. Mgahinga è per persone che amano esperienze più intime, lontane dalle rotte , in un contesto di poesia naturale.
Entrambi i parchi sono raggiungibili in trasferimenti in strada d a Kampala o Entebbe, attraverso un paesaggio che cambia continuamente. Oppure, per chi desidera accorciare i tempi, è possibile volare fino agli aeroporti di Kisoro o Kihihi.
Come funziona l’esperienza
Il gorilla trekking comincia alle prime ore del mattino, quando la foresta è ancora avvolta nella nebbia. Dopo il ritrovo al centro visitatori, si partecipa ad una riunione con i ranger dell'Uganda Wildlife Authority: spiega le regole da seguire, introducono le famiglie di gorilla che vi andranno ad osservare ed assegnano i gruppi, composti da otto persone.
Accompagnati da guide esperte, ranger armati e tracciatori, ci si inoltra lentamente nella foresta dove i tracker hanno già localizzato i primi gorilla, seguendo tracce, nidi e rumori. Il sentiero non è sempre ben definito, a volte bisogna affrontare salite ripide o si attraversano calmi ruscelli. Non esistono tempi certi, l'incontro può avvenire subito o addirittura dopo ore, ma l’attesa è una parte fondamentale del viaggio, un tempo sospeso che prepara l’incontro.
Quando finalmente si incontrano i gorilla, il tempo sembra fermarsi, il cuore sembra battere forte. Le guide invitano al silenzio e da lì iniziano sessanta minuti per osservare, senza disturbare, i comportamenti quotidiani dei gorilla. Si nutrono, giocano, si riposano. I piccoli si arrampicano e si rincorrono, le femmine accudiscono i propri cuccioli, il silverback- il maschio dominante- scruta attentamente ogni singolo movimento. È un’ora che sembra volare, eppure lascia una traccia profonda. Non si interagisce, non si tocca, non si invade. Si resta lì ad ascoltare, come ospiti in un momento antico.
L’esperienza si conclude con il rientro al campo base. Il silenzio è spesso un compagno al ritorno: ognuno dentro di sé sta provando le parole giuste per descrivere quello che ha appena provato e visto.

Permessi e regole etiche
Accedere al gorilla trekking è un vero e proprio atto di responsabilità. Per vivere questa esperienza bisogna richiedere un permesso ufficiale rilasciato dall’Uganda Wildlife Authority. Il costo attuale è di 700 dollari statunitensi (594 euro), questo prezzo include l’ingresso al parco, l’accompagnamento da parte di ranger esperti e il supporto dei tracciatori. Ma quel prezzo racchiude molto di più: contribuisce alla protezione di una delle specie più minacciate al mondo e sostiene direttamente la comunità locali che vivono affianco ai gorilla.
Il numero di permessi è limitato, per garantire che l’incontro in un clima di rispetto e silenzio. Ogni gruppo di turisti può accedere solo ad una famiglia di gorilla e, si possono osservare per un massimo di 60 minuti, e con otto persone per gruppo.
Bisogna mantenere una distanza minima di sette metri. Anche se a volte i gorilla si tendono ad avvicinarsi, l’importante è di non rispondere allo stesso gesto. Non si devono toccare, non si può mangiare o bere in loro presenza. È assolutamente vietato l’uso dei flash fotografici. È chi presenta sintomi influenzali anche se lievi non deve partecipare, per non mettere a rischio la salute degli animali.
Seguire le istruzioni delle guide, affidarsi alla loro esperienza è il primo passo per essere ospiti in un habitat fragile. Il gorilla trekking, vissuto rispettando le regole, non è solo una attività legata alle emozioni: ma un modello virtuoso di turismo sostenibile.
Incontrare i maestosi gorilla è un privilegio, non un diritto. E come ogni privilegio che sia, chiede qualcosa in cambio: rispetto, attenzione, gratitudine. È solo così che l’ora passata nella foresta si trasforma in consapevolezza, cura, e responsabilità.

Emozioni che restano addosso
Ci sono momenti, in cui il tempo sembra fermarsi. Quando incroci per la prima volta lo sguardo di un silver, non esistono parole, pensieri, aspettative. Solo presenza, piena, silenziosa che ti avvolge come la nebbia del mattino tra gli alberi.
È difficile spiegare cosa si provi. C’è la meraviglia ma anche il senso di vulnerabilità condivisa, di rispetto, di riconoscimento. Un maschio adulto che protegge la sua famiglia, Una madre che allatta il suo cucciolo. Un piccolo curioso che osserva in mezzo ai rami. In questi gesti si rispecchia qualcosa di nostro, eppure appartiene a un mondo che abbiamo quasi dimenticato.
L’emozione sta anche in tutto ciò che viene prima dell’incontro, nell’attesa, nel sudore, nell’ascesa tra le radici bagnate. Nei silenzi condivisi nel gruppo, nella voce della guida. Ogni passo verso gorilla è un passo verso umanità autentica.
E quando si ritorna, con gli scarponi pieni di fango e il cuore pieno, ci si accorge che qualcosa è cambiato. Questa esperienza non è finita lì nella foresta ma ti resta dentro. Nello sguardo più attento verso la natura. Nella gratitudine verso ciò che è integro. Nel desiderio di proteggere, piuttosto che possedere.