
L’Uganda non è solo gorilla e savana. È anche un arcipelago umano fatto da oltre 50 gruppi etnici, ciascuno di loro con la sua lingua, tradizioni e riti. Viaggiare in Uganda significa anche fermarsi a sentire il rumore assordante dei tamburi, danze, ascoltare le storie di cicatrici rituali e antiche cosmologie. Significa guardare negli occhi chi abita queste terre, con rispetto e desiderio autentico di comprensione.
I Karamojong: guerrieri della savana
Nella remota regione del Karamoja, a nord-est del paese, risiedono i Karamojong, pastori semi-nomadi, fieri della loro identità, conducono ancora oggi dopo tantissimo tempo una vita legata al bestiame, all’aridità della savana è un forte codice d’onore. Il loro corpo spesso è segnato da cicatrici decorative, testimonianza di forte coraggio e appartenenza. Visitare i loro villaggi è un’esperienza che va trattata con molta umiltà: si entra in un mondo dove il tempo scorre lentamente e l’ospitalità è sacra.

I Batwa: custodi delle foreste perdute
Un tempo abitanti delle maestose foreste ed impenetrabili del sud-ovest, i Batwa sono delle popolazioni più antiche dell’Africa centrale. Piccoli di statura, ma una conoscenza ancestrale immensa, sono i veri custodi della natura: cacciatori-raccoglitori, guaritori, narratori. Oggi vivono ai margini della grande foresta del Bwindi, spesso dimenticati dalla modernità. Incontrarli significa interrogarsi su cosa vuol dire davvero “conservazione” e su come la tutela ambientale non possa escludere dal rispetto delle tribù.

I Baganda: tra tradizione e modernità
Nel cuore del paese, attorno alla capitale Kampala, vivono Baganda, il gruppo etnico più numeroso dell’Uganda. La loro è una cultura molto raffinata e gerarchica, legate profondamente nella tradizione dei Buganda, con un forte senso di appartenenza. Le loro magnifiche danze, i loro palazzi reali, i rituali e il totemismo sono alcune delle espressioni di un patrimonio che, pur cambiando, resiste fortemente alle pressioni della globalizzazione.

Gli Acholi: la forza della danza, la voce della memoria
Nel nord dell’Uganda, vive il popolo Acholi, molto orgoglioso custode di una cultura antichissima fatta da clan, storie e rituali comunitari. Agricoltori e allevatori, gli Acholi tramandano la loro identità attraverso la splendida musica, le superbe poesie e la danza. Le loro danze, chiamate Bwola e Larakaraka, mostrano solo alcune delle espressioni della vita e l’accompagnamento con tamburi e arpe adugna, fanno raccontare, storie di antenati e insegnamenti morali. Oggi partecipare a una loro cerimonia significa entrare in una forte tradizione come ponte tra memoria e futuro.

Viaggiare con rispetto: tante voci, un solo ascolto
In Uganda ogni etnia racconta un frammento dell’anima del paese. Incontrare i Karamojong, i Basoga, gli Acholi o i Batwa non significa visitare una tribù ma entrare in relazione tra mondi diversi, ricchi di storie, riti e visioni del tempo.
Con Viaggitribali, l’approccio lento, etico, mediato. Ascoltare le voci-anche quelle meno visibili a noi-significa fare un viaggio che trasforma, che insegna a guardare con occhi nuovi a restituire dignità all’incontro.